Attenzione alla tipologia di carboidrati.
I carboidrati sono sostanze composte in parte da amido, in parte da catene di glucosio lineare, chiamato glicogeno, in parte da zuccheri (fruttosio, saccarosio, lattosio etc.).
I carboidrati sono la fonte principale di glucosio da cui le nostre cellule, attraverso la glicolisi e il ciclo di Krebs, traggono l’energia necessaria sotto forma di molecole di ATP (AdenosinTrifosfato).
E’ importante sottolineare che la prima digestione dei carboidrati avviene nella bocca attraverso l’azione della alfa-amilasi salivare (inibita successivamente dal pH acido dello stomaco), quindi è necessario masticare bene.
Altri enzimi pancreatici (alfa-amilasi pancreatica, saccarasi, lattasi e maltasi), poi, idrolizzano le molecole residue fino ai monosaccaridi (glucosio, fruttosio e galattosio) di base.
E’ importante sapere che lo zucchero bianco (polisaccaride saccarosio) che la nostra società consuma in gran quantità è un prodotto chimico demineralizzato derivato dalla estrazione e raffinazione della barbabietola da zucchero. Il colore bianco è dato dalla colorazione con Blu solantreno, autorizzato dalla legge senza che se ne menzioni l’uso sulla confezione.
Il fruttosio che si trova nella frutta, miele, cicoria, cipolla etc, fornisce 300 calorie/100g rispetto alle 400 calorie/100 g del saccarosio, e presenta un indice glicemico più basso.
Il Dott. Linus Pauling spiega che il nostro organismo è da sempre stato abituato a metabolizzare 8 g di fruttosio, ottenuto dalla frutta e dal miele. Oggi si consuma in media circa 140 g di saccarosio al giorno, pari a circa 70 g di fruttosio (quasi 10 volte superiore a prima).
Fin da bambini questo zucchero viene assunto in grandi quantità: si ritrova in alcuni tipi di latte, nei succhi di frutta industriali, nei dolcetti e caramelle.
Il saccarosio viene assorbito molto rapidamente e perturba l’azione del pancreas e delle surrenali: ogni volta che ne assumiamo si innalza bruscamente l’insulina (ormone ipoglicemizzante sintetizzato dal pancreas) al fine di mantenere la glicemia a un livello regolare per non sovraccaricare i reni. Così la glicemia si abbassa velocemente causando uno stato di malessere, stanchezza, inquietudine e fame (stato ipoglicemico) che innesca il desiderio di ricerca di altri alimenti zuccherini, provocando un circolo vizioso.
A poco a poco il pancreas si esaurisce, l’insulina si riduce e si installa nell’organismo uno stato pre-diabetico, che se non si fa attenzione si trasforma in vero e proprio diabete provocando sete intensa, desiderio di urinare frequentemente.
Purtroppo troppo spesso tale stato pre-diabetico non viene individuato e solo alcune complicazioni attirano l’attenzione (disturbi alla vista, al movimento motorio e segni di arterite cronica).
Anche i cereali raffinati (pasta e riso bianco) sono fortemente demineralizzati e tendono a far innalzare la glicemia molto più rapidamente che i cereali integrali. E’ bene sapere che le fibre rallentano l’assorbimento degli zuccheri diluendoli nel tempo e riducendo, così, il picco iperglicemico. In recenti studi è stato evidenziato che l’introduzione nella dieta di fibre alimentari è in forte relazione con la riduzione di malattie cronico-degenerative (tumori al colon e malattie cardiovascolari).